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Fondata più di 2000 anni fa dai figliastri dell'imperatore romano Augusto, Augusta diventò in seguito un centro della riforma di Lutero e nel 1530 fu il luogo in cui venne presentata la Confessio Augustana (confessione di Augusta), che gettò le basi della chiesa luterana. In epoca medievale Augusta acquisì grande potenza economica e fu un importante centro del commercio di oro, argento e rame. Quando HansJakob Fugger vi giunse nel 1367 era solo un tessitore, ma nel giro di tre generazioni la sua famiglia diventò una delle più ricche d'Europa. Oggi Augusta è la terza città della Baviera per numero di abitanti, ma la sua Altstadt si può girare senza difficoltà a piedi e ha un'atmosfera e una vitalità che si riscontra solo in poche altre località della Germania. Per molti visitatori Augusta è meta di una gita di un giorno da Monaco, distante solo mezz'ora con il treno, ma raramente viene usata come base per l'Oktoberfest. È anche un ottimo punto di partenza per la Strada romantica.
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Foto scattate nella Rathausplatz. Nella III il Rathaus e nell'ultima il Dom Mariae Heimsuchung (dal IX al XIV secolo) |
Questo è il giorno della visita al campo di concentramento di Dachau, una meta obbligata che tutti noi, anche se con ovvio timore, desideriamo vedere. È una giornata grigia e nuvolosa e sotto una leggera pioggia arriviamo in vista del cancello del campo. Dachau fu il primo campo di concentramento nazista e fu fatto costruire da Heinrich Himmler nel marzo del 1933. Vi furono internati più di 200.000 prigionieri e ne vennero uccisi 31.531. Nel 1933 Monaco aveva 10.000 Ebrei; solo 200 di essi sopravvissero alla guerra. Fuori dalla sala principale c'è un monumento con l'iscrizione "Mai più" in inglese, francese, ebraico, tedesco e russo. Nei pressi ci sono dei pali ai quali i prigionieri venivano appesi con le mani legate dietro la schiena e lasciati talvolta per giorni e giorni. Ci colpisce e ci commuove molto la grande scultura in bronzo che si staglia contro il cielo grigio con il suo intrico di filo spinato e di corpi contorti dalla sofferenza. Entrando nella sala principale vediamo una grande cartina che mostra i campi di concentramento situati in Germania e in Europa centrale, con indicazioni specifiche per i campi di sterminio. La mostra all'interno consiste in modelli e fotografIe del campo, degli ufficiali e dei prigionieri e degli orribili "esperimenti scientifici" eseguiti dai medici nazisti; vi sono anche il blocco delle fustigazioni, una tabella che illustra il sistema della divisione dei prigionieri per categorie (Ebrei, omosessuali, testimoni di Geova, polacchi, Rom e altri "asociali"); documenti relativi al campo e alla persecuzione di autori "degenerati" banditi dal partito e infine una mostra sull'ascesa del partito nazista e sulla creazione del sistema dei campi di concentramento. Entriamo nelle baracche (ce ne sono due ricostruite) e ci è penoso pensare a tutto quello che in questi luoghi avveniva, alla sofferenza, alla paura, al dubbio. Vediamo anche le ricostruzioni dei bunker, di un forno crematorio (che non fecero in tempo ad utilizzare) e delle camere a gas, fatte come docce. Davanti all'edificio delle camere a gas vi è una statua eretta "per onorare i morti e tenere in guardia i vivi" e una cappella ortodossa russa. Nei pressi sorgono alcune chiese e un monumento ebreo. Molto bella e molto spirituale la chiesa evangelica, che vuole quasi simboleggiare un cammino che lentamente conduce verso la profondità, simbolo di dolore e di morte ma anche di contraddizione e resistenza. Durante il giro per il campo incontriamo un vecchio signore che parla con le persone in uno strano inglese; è un sopravvissuto del campo di Dachau, che ogni giorno, da 52 anni, viene qui. Alla fine del giro assistiamo nel cineforum alla proiezione di un documentario in inglese con le immagini originali agghiaccianti della vita nel campo di concentramento e, soprattutto, con le immagini girate dagli americani al loro arrivo nel campo. |
Monaco è la quintessenza della Baviera. Capitale dello stato, ospita i suoi più bei musei; è punteggiata di castelli ed è una delle città più prospere della Germania. Solo dopo la riunificazione è diventata la seconda meta turistica del paese dopo Berlino. Monaco è la capitale della Baviera dal 1503, ma assunse importanza solo nel XIX secolo con Luigi I. Ha vissuto molti periodi turbolenti nel corso della sua storia, in particolare nel XX secolo: la prima guerra mondiale ridusse praticamente la sua popolazione alla fame e durante il secondo conflitto mondiale (che sotto molti aspetti ebbe inizio con il famigerato Patto di Monaco) la città fu oggetto di pesanti bombardamenti e perse più di 200.000 abitanti. L'Altstadt è il centro della città e Marienplatz è il cuore dell'Altstadt. Schwabing, a nord di Marienplatz, è il centro della città universitaria e della vita studentesca ed è una zona estremamente vivace. I caffè eleganti sono raggruppati prevalentemente in Leopoldstrasse, subito a ovest del Giardino inglese, mentre la parte occidentale di Schwabing, a sud e a ovest dell'università, è una zona più modesta con librerie, caffè e ristoranti dai prezzi più moderati e con una clientela meno chic. |
Centro dell'Altstadt e vero cuore della città, Marienplatz è il luogo da cui la maggior parte dei turisti inizia la propria visita di Monaco. Qui si erge la scintillante Mariensaule (Colonna di Maria), eretta nel 1638 per celebrare la cacciata delle armate svedesi. Sulla cima è posta una statua dorata della Vergine Maria, realizzata nel 1590 e posta in origine nella Frauenkirche. La nostra visita della piazza inizia sotto le torreggianti guglie del Neues Rathaus, municipio nuovo in stile tardogotico (1867-1908) posto intorno a sei cortili (tra cui il Prunkhof) che ospitano manifestazioni e feste per tutto il corso dell'anno. La facciata annerita dell' edificio è decorata da gargouille e statue: particolarmente bella è quella sull'angolo, raffigurante un drago che sale sulle torrette. L'elemento di maggiore interesse è naturalmente il Glockenspiel (carillon) soggetto di innumerevoli fotografie e composto da tre livelli, due dei quali raffigurano la Schafflertanz e il Rittertunier, un torneo cavalleresco svoltosi nel 1568 per celebrare un matrimonio reale. Il Glockenspiel entra in azione alle 12 e alle 17. Il vecchio municipio, Altes Rathaus (1474) in stile gotico bavarese sorge dimenticato all' estremità orientale della piazza. Distrutto da incendi e bombe, fu rimesso in piedi dopo la Seconda guerra mondiale, ma la sua ricostruzione non destò troppa attenzione.
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La Strada romantica (Romantische Strasse) collega una serie di pittoresche città bavaresi e finora si è rivelata la più riuscita delle campagne tedesche mirate ad allontanare i turisti dalle grandi città per indurli a visitare la campagna, visto che ogni anno è percorsa da un paio di milioni di persone. La Strada romantica attraversa la Baviera occidentale da nord a sud, da Würzburg, in Franconia, fino a Füssen, vicino al confine con l'Austria, passando per una dozzina di città tra cui Rothenburg ob der Tauber, Dinkelsbühl e Augusta.
Ci fermiamo per visitare la cittadina di Landsberg. Si entra varcando il Bayertor (sec. XV), porta dalla ricca ornamentazione, in origine parte delle fortificazioni urbane; dalla cima della torre si apre un’ampia vista sull'antica città. Nell'Hauptplatz, la piazza principale spiccano la fontana (1783) e la facciata del Rathaus (1699-1702), con begli stucchi di D. Zimmermann, particolarmente attivo a Landsberg.
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Füssen, vicino al confine austriaco, è una cittadina d'antico aspetto con alcuni splendidi edifici barocchi, oggi stazione di villeggiatura e di sport invernali in riva al Lech. La domina la chiesa parrocchiale barocca di St. Mang, eretta tra il 1701 e il 1717 dall'architetto e pittore locale Jakob Herkomer. La città ha anche un monastero e un castello. Dopo un giro istruttivo, percorriamo una bella via pedonale piena di negozi.
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I due famosi castelli sono particolarmente interessanti perché consentono di penetrare per un istante nella mente di Ludovico II. Fortunatamente sono praticamente uno accanto all'altro, quindi si possono visitare entrambi nello stesso giorno. Lo Hohensehwangau è quello in cui Ludovico visse da bambino, ma più interessante è il castello di Neuschwanstein, che come un miraggio si delinea tra la foschia che avvolge la cima delle montagne. Decidiamo di cominciare la visita da quest'ultimo. La strada che conduce all'ingresso del castello è lunga un chilometro ed è in ripida salita. Cominciamo la faticosa ascesa sotto una pioggia battente che rende ancora più sgradevole l'impresa. Dopo un tempo che sembra lunghissimo e non senza difficoltà ed affaticamento, giungiamo all'ingresso del castello. Il castello di Neuschwanstein, iniziato nel 1869, è frutto della fervida immaginazione di Ludovico II. Fu di nuovo uno scenografo, Ch. Jank, a ricevere l'incarico di assecondare i progetti del re. Il mondo mitico ed eroico delle opere di Wagner è rivisitato nei sontuosi interni, che rendono affascinante la visita: molte sale sono sistemate come veri e propri allestimenti scenografici richiamanti il Tannhauser o il Lohengrin o il Parsifal. Ci vollero 17 anni perché l'opera fosse compiuta e alla fine Ludovico II abitò nel castello per soli 102 giorni. Il suo potente sogno romantico, divenuto realtà, gli è però sopravvissuto e continua a incantare milioni di visitatori. È forse il castello più famoso del mondo e il suo fantastico miscuglio di stili architettonici ispirò i disegnatori della Walt Disney per il castello di Cenerentola. |
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Hohensehwangau e, a destra, Neuschwanstein |
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Nel lungo tragitto verso Roma facciamo un po' di bilanci: il viaggio è stato piacevole ed interessante; la scelta dei luoghi da vedere è risultata ottima visto il tempo a disposizione; la parte gastronomica ci ha soddisfatti quasi senza riserve soprattutto per quanto riguarda la birra ed i würstel; il servizio di guida turistica è stato quasi all'altezza di quello dei migliori professionisti a pagamento (con qualche piccola disavventura quando come secondo pilota guidava Piero!); la compagnia è stata senza dubbio veramente piacevole. |