La cucina ungherese esercita un forte richiamo sui palati degli italiani poco abituati ai sapori speziati e agrodolci. Il pepe, ma soprattutto la paprica sono onnipresenti e danno un gusto particolare al gulyas e al porkolt . Mai confondere questi due. Quello che all'estero è conosciuto come gulyas, in Ungheria si chiama rigorosamente porkolt: è uno spezzatino di manzo o carni miste che viene cotto per oltre un'ora in un soffritto di cipolla e strutto, condito con paprica, peperoni e pomodoro; si presenta in tavola con un sugo rosso e denso. Molto più brodoso è il gulyas, una minestra che unisce manzo, strutto (o olio), cipolle, cumino, paprica, gnocchetti di pasta e - volendo - patate, carote, radici di prezzemolo, peperoni, pomodori. Il porkolt può essere insaporito con panna acida (tejfol). Quest'ultima, sempre presente sulle tavole delle famiglie ungheresi, è pressoché introvabile in Italia.
Fu inaugurato nel 1849, e costituì il primo collegamento tra Buda e Pest. Anche i nobili, fino a quel momento esentati da qualsiasi tassa, dovevano pagare un pedaggio per attraversarlo.